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ULISSE E SMIRNE: "Che l'uomo non separi ciò che Dio ha unito!"

“Che l’uomo non separi ciò che Dio ha unito!”.

Questa frase, tratta dal rito religioso del matrimonio, mi viene alla mente osservando Ulisse e Smirne, due cani alloggiati al canile, quando camminano davanti a me in passeggiata; procedono spediti, con i musi e i corpi affiancati, uniti da un legame tanto speciale da considerare un sacrilegio una loro eventuale separazione. Un legame così forte nasce da esperienze estreme condivise, che i cani, non avendo il dono della parola, non possono raccontare col nostro linguaggio, ma il loro sguardo e il loro corpo esprimono intensamente una storia e quindi questa è la storia raccontata dal loro linguaggio .

Ulisse e Smirne nascono, sono fratelli, sono meticci l’una rossa e l’altro nero, nessuno li vuole, vengono presto abbandonati. La madre potrà allattarli per pochi giorni , deve fare la guardia e non le è concesso di perdere tempo ad allevare cuccioli. Presto le vengono strappati e potrà solo dire loro di stare uniti. Così piccoli e indifesi, si ritrovano soli, ma insieme, affrontano con coraggio il mondo esterno e le avversità della vita; da randagi elaborano strategie, riescono a cibarsi, a trovare rifugio, crescono liberi e senza regole, la loro vicinanza li fa sentire sicuri. . Un brutto giorno Ulisse viene investito da un auto mentre stavano attraversando la strada; viene preso al posteriore ad un’ anca e ad una zampa, ma può ancora fare qualche movimento. Altre auto passano veloci e miracolosamente riescono ad evitarli. Smirne abbaia disperata per incitarlo a spostarsi e a scuotersi dal torpore dell’ urto. Ulisse si trascina sul bordo della strada , è esausto, forse è la fine. La sorella lo lecca, gli sta accanto, lo incita a spostarsi in un posto più sicuro, e con il muso, la bocca, le zampe lo spinge con delicatezza e determinazione. Ulisse non può muoversi, ma la sorella cerca il cibo e glielo porta, gli dorme accanto, gli dà calore e affetto. Ulisse migliora, ora può camminare , ma la sua zampa e la sua anca sono compromesse per sempre. Smirne sa che ora il fratello è più debole e vulnerabile, che per legge naturale può essere preda di tutti, animali e umani. In natura il più debole può essere attaccato e ucciso. Istintivamente decide che lo proteggerà perché per lei è troppo importante. Vagano uniti, i loro corpi affiancati, i musi che si sfiorano. Il contatto tra i loro corpi dà quella sicurezza che non hanno mai trovato altrove.

Smirne con i suoi occhi vigili, e il suo corpo energico e scattante, non permette a nessuno di fare del male a Ulisse, e lui con i suoi occhi dolci la contraccambia con affetto incondizionato, non sopporta di stare lontano da lei. Vagano per la campagna felici e guardinghi, affrontano i pericoli ma godono anche i colori e i profumi della vita.

Così si consolida un rapporto particolare, di stretta dipendenza, che si potrebbe definire “simbiotico”. Il termine simbiosi deriva dal greco “sin”(insieme) e “bios” (vita), e significa “vita insieme”. Insieme per la vita nella lotta per la sopravvivenza .

Crescendo non manifestano aggressività nei confronti dell’uomo , segno del loro buon carattere e del fatto che non hanno ricevuto cattiverie che li hanno irrimediabilmente segnati, anzi nel loro girovagare qualche fattoria li ha senz’altro sfamati.

Un giorno scoprono un’aia con tante galline, correndo le spaventano, cercano di catturarle, alcune sono preda della loro fame. Riescono a fuggire, ma commettono l’errore di tornare una seconda volta. La scena si ripete, ma questa volta i padroni sono all’erta, non possono permettere che accada questo. Riescono a catturare Ulisse perché è più lento. Smirne non può fuggire lasciandolo lì da solo; titubante e frenetica cammina avanti e indietro nell’aia, finché fa un gesto che non ha mai compiuto nella sua vita da randagia; si adagia a terra di fronte ad un uomo, portando le zampe anteriori avanti, socchiude gli occhi e si lascia catturare. Nulla può il sole del tramonto di fronte all’irrevocabile decisione di Smirne e assiste alla generosa resa di questo animale fiero e forte, nato libero, che scambia la libertà per amore del fratello. Il sole del tramonto, colpito dal suo gesto, inchinandosi rende omaggio a Smirne regalandole i suoi ultimi raggi, così in mezzo all’aia il suo mantello si tinge ancor più di rosso e d’oro. L’uomo esita un istante di fronte a tanto splendore, ma lui trattiene Ulisse e Smirne non si muove.

Vengono catturati entrambi e consegnati alle autorità e quindi al canile più vicino.

E’ un canile Enpa dove gli animali sono rispettati e aiutati. Viene capita subito la situazione e non vengono separati; a poco a poco si abituano alla vita del canile, alle regole, al guinzaglio, che per loro era una cosa mai sospettata. Quando escono con i volontari, sempre insieme, camminano ancora con i musi e i corpi vicini. Offrono lo spettacolo del loro straordinario affiatamento che nessuna condizione libera o reclusa può interrompere. Il muso di uno allungato sotto il mento dell’altro, esempio di tenerezza e forza, in una danza d’amore senza sosta mai vista, intrecciano continuamente le teste e i guinzagli scambiandosi a destra e a sinistra, come disegnando un infinito.

Lei è bellissima, lui ha un muso con occhi incredibilmente dolci.

I cani non parlano, non possiamo sapere se la storia, antecedente la loro cattura, sia andata realmente così, ma i loro occhi, e il linguaggio del loro corpo, hanno raccontato con certezza proprio questa storia, e i loro occhi non mentono.

E’ un dato biologico, nel paragone tra specie, l’ uomo è innegabilmente più intelligente del cane, ma questi due esseri hanno capito che la loro forza sta nella loro unione, e non ho mai visto in un essere umano un ‘attaccamento, oserei dire amore, così totale da commuovere e far riflettere.

Quando studiavo geometria un’incredibile enunciato diceva che due linee parallele si incontrano all’infinito. Ulisse e Smirne stanno camminando verso l’infinito, insieme uniti e paralleli, Anche se loro l’infinito l’hanno già incontrato, infinite volte.


P.S. Chi volesse conoscerli e intenerirsi di fronte allo spettacolo del loro amore può visitarli nell’orario di apertura del canile.

Per trasferire il loro eccezionale potenziale di affetto nei confronti di un padrone e per tutto quanto fin ora detto sarebbe auspicabile un adozione duplice dove S. potrebbe alleggerire il suo ruolo di protettrice e vivere più serena, e Ulisse trovare un altro punto di riferimento. E’ una sfida non da poco ma che sarebbe ripagata da un amore infinito.


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S. Giovanni V.no lì 11.03.2013           B.E.

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05/01/2014 15:45
I volontari e gli ospiti a 4 zampe vi augurano buone feste! http://youtu.be/d.
..

29/07/2013 15:44
[url][url] http://valdarnopo.
..di-civilta
[/url]
[/url]

04/04/2013 16:10

21/01/2013 13:16
http://www.change.
..i-canili-2
Intervento sui canili in Puglia

16/01/2013 13:24
http://www.change.
..affezione?
Consen
tire la presenza di animali negli ospizi

16/01/2013 13:18
https://www.chang.
..entazione?
Per bloccare HARLAN

16/01/2013 13:15
http://www.change.
..n-animali?
Per vietare l'attendamento dei circhi con animali

21/12/2012 12:38
Cari amici, abbiamo bisogno di coperte di pile o lana, vecchie trapunte o anche dei vecchi cappotini che al vostro cane non servono più...Vi aspettiamo! Grazie

18/12/2012 09:38
Nuove storie di scartati! (Vedi articoli)

09/09/2012 23:48
Raccolta Firme: Firmate la petizione per i medicinali generici più convenienti per i nostri animali cliccando sul link qui sotto:

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